Il mondo del vino è ricco di vitigni pregiati e affascinanti, e la Sicilia, con la sua tradizione vitivinicola millenaria, ne è un esempio lampante. In questo articolo del blog di Enoteca San Lorenzo ci concentreremo sul vitigno Perricone, un antico vitigno siciliano poco conosciuto ma dalle grandi potenzialità enologiche.
Storia e Origini del Vitigno Perricone
Il vitigno Perricone è originario della Sicilia occidentale, con particolare diffusione nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento. La sua storia può essere suddivisa in tre periodi principali:
- Origini: Si ritiene che il vitigno Perricone sia stato introdotto in Sicilia dai Fenici o dai Greci, rendendolo uno dei vitigni più antichi dell’isola.
- Declino: Nel corso del tempo, il vitigno Perricone ha perso terreno a favore di altri vitigni più produttivi e facili da coltivare, come il Nero d’Avola.
- Riscoperta: Negli ultimi anni, alcuni produttori siciliani hanno iniziato a valorizzare nuovamente il vitigno Perricone, riconoscendone le qualità enologiche e il potenziale di espressione del territorio.
Noto anche con i sinonimi di Tuccarino, Guarnaccio e Pignatello, nel corso del ‘700 e dell’800 il Perricone veniva utilizzato prevalentemente per l’elaborazione del Marsala Ruby, in assemblaggio con altre uve locali, occupando un’estensione complessiva di circa 34.000 ha.
La prima grave crisi si registrò durante la terribile epidemia fillosserica, che decimò i vigneti siciliani nella prima metà dell’800. Il Perricone, molto sensibile all’insetto, riuscì tuttavia a recuperare terreno, grazie all’ottimo andamento delle vendite del Marsala, vino molto richiesto ed apprezzato soprattutto all’estero (Gran Bretagna e Stati Uniti). A partire dalla metà del Novecento, invece, con il declino anche qualitativo del Marsala e il conseguente crollo dell’economia vitivinicola locale, iniziò un’inarrestabile susseguirsi di espianti che oggi relega il Perricone ad una superficie complessiva di soli 192 ettari, appena lo 0,3% del totale regionale.
Il suo destino sembrava segnato, finché, un piccolo gruppo di vignaioli ha iniziato a recuperare i vecchi vigneti e a riprenderne la vinificazione, sia in assemblaggio che in purezza (vedi Tenute Mokarta)
PERRICONE: CARATTERISTICHE DEL VITIGNO
Il Perricone è un vitigno di produttività medio-bassa, molto resistente alla siccità. Il vitigno Perricone è un vitigno a bacca nera, noto per le sue uve di buon livello di maturazione e di colore intenso. Alcune delle sue principali caratteristiche sono:
- Foglie di medie dimensioni, con forma pentagonale
- Grappolo di forma conica e compatta
- Bacche di forma ellittica e buccia spessa
Di precoce germogliamento, mantiene una particolare sensibilità alla fillossera, anche fogliare, ma è capace di resistere più di altre varietà alle infezioni fungine grazie alla buccia spessa e pruinosa.
La maturazione avviene a media epoca, ossia fra la fine di agosto nelle zone litoranee e la fine di settembre in media e alta collina. I grappoli sono di media grandezza, con forme cilindrico-coniche allungate e dotate di ali. Gli acini sono rotondi, dal colore blu molto scuro, quasi nero.
Il suo terroir d’elezione rimane la parte occidentale della Sicilia dove viene coltivato con gli stessi sistemi del passato, con allevamento poco espanso e potature corte o miste; talvolta ad alberello, oppure a controspalliera.
Il sinonimo Pignatello sembra riferirsi al termine dialettale pignatidare, utilizzato per definire le argille rosse alluminose del Trapanese utilizzate per produrre le pignàte, tradizionali pentole di terracotta. Questo riferimento all’argilla è estremamente importante, perché descrive una delle caratteristiche del Perricone, ossia la sua attitudine a trovarsi a proprio agio su terreni forti e argillosi, dove esprime in modo particolare la sua potenza e l’intensità del tannino.
VINIFICAZIONE
Il Perricone è una varietà difficile da vinificare: il vino che ne deriva può risultare piuttosto ostico e scontroso, specie nelle annate fresche e piovose, a causa del tannino intenso e fittissimo. Per questo “selezione” è la prima parola d’ordine: le uve debbono essere perfettamente mature e sane, per evitare l’estrazione di sentori vegetali che possono essere anche molto marcati, quindi sgradevoli.
La seconda parola d’ordine è “basse rese”, assecondando la naturale predisposizione del Perricone ad una moderata produttività. Una fermentazione lenta, una malolattica senza arresti e un lungo affinamento sono, in cantina, gli alleati più importanti.
PERRICONE: NOTE ORGANOLETTICHE
I vini di Perricone possono dare grandi soddisfazioni, soprattutto dopo un certo periodo di affinamento.
Generalmente il naso esprime una complessa gamma di spezie, dove ginepro e pepe nero sono alcune delle componenti principali.
Il corpo è equilibrato dai classici frutti rossi, dai profumi di marasca e confetture, prugne e ciliegie, e da alcuni tocchi vegetali.
Anche in bocca i vini, specie nelle annate migliori, si segnalano per la loro eleganza, con una solida base tannica ammorbidita da un buon tenore alcolico e da una lunga persistenza. Grandi qualità vengono espresse nella ricchezza del palato: ampio, asciutto, con finali alcune volte ammandorlati.
Il Perricone viene vinificato anche in assemblaggio: spesso insieme al Nero d’Avola, che ne ammorbidisce la trama tannica, altre volte insieme al Nerello Mascalese, che apporta acidità e finezza olfattiva.
Questo uvaggio molto particolare è presente nel Microcosmo, elaborato con le uve di Perricone e Nerello Mascalese coltivate insieme nello stesso vigneto in proporzione di 10 a 1, come da tradizione.
SERVIZIO E ABBINAMENTO
Il Perricone va servito in grandi calici da vino rosso, a temperatura fresca di cantina (intorno ai 16/18 °C). Molti Perricone sono piacevoli pochi mesi dopo la vendemmia, ma i vini migliori riescono ad esprimersi con grande finezza e complessità solo dopo un adeguato tempo in bottiglia, e possono invecchiare egregiamente anche per 8 – 10 anni. Si accompagnano ottimamente ai legumi, ai formaggi di carattere, alle carni rosse elaborate e in genere a tutti i piatti piccanti, speziati e molto saporiti.
Il vino Perricone si abbina perfettamente a una vasta gamma di piatti tipici della cucina siciliana e mediterranea. Ecco alcuni esempi di abbinamenti:
- Piatti a base di carne, come l’arrosto o lo spezzatino
- Primi piatti con sughi a base di carne, come la pasta alla norma
- Formaggi stagionati e salumi tipici siciliani
Zone di Produzione e Denominazioni
Il vitigno Perricone è coltivato principalmente nella Sicilia occidentale, in particolare nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento. Le zone di produzione più note sono:
- Marsala, nella provincia di Trapani
- Contessa Entellina, nella provincia di Palermo
- Menfi, nella provincia di Agrigento
Denominazioni e Regolamentazioni
Il vino Perricone può essere prodotto sotto diverse denominazioni, a seconda delle normative e delle caratteristiche del vino stesso. Alcune delle principali denominazioni sono:
- Sicilia Perricone DOC: Questa denominazione prevede l’utilizzo di almeno l’85% di uve Perricone, con possibilità di aggiungere fino al 15% di altre uve a bacca nera consentite nella zona.
- Terre Siciliane IGT: In questa denominazione più ampia, il vino Perricone può essere prodotto con una percentuale variabile di uve Perricone in assemblaggio con altri vitigni, a seconda delle scelte del produttore.
In entrambe le denominazioni, il vino Perricone deve rispettare specifiche regolamentazioni riguardo la resa massima di uva per ettaro, il grado alcolico minimo e i periodi di affinamento.
Conclusioni
In conclusione, il vitigno Perricone è una delle gemme nascoste della viticoltura siciliana, che merita attenzione per le sue qualità enologiche e la sua storia affascinante. Se sei interessato a scoprire vini italiani meno conosciuti, il Perricone è sicuramente una scelta eccellente.
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